Le operazioni di scavo della prima campagna di indagine archeologica a Tell Mishrife (agosto-ottobre 1999) sono state condotte in tre cantieri ubicati nell'area dell'acropoli. Nel cantiere D, sulla sommità dell'acropoli, sono stati portati alla luce i resti di diversi insediamenti sovrapposti dell'età del Ferro II-III (metà IX-VII sec. a.C.), fioriti nel periodo in cui la Siria centrale era suddivisa in una serie di principati cantonali retti da dinastie aramaiche cui pose fine nel 720 a.C. la conquista assira per mano di Sargon II. Il carattere delle evidenze archeologiche rinvenute indica che in questo periodo sulla sommità dell'acropoli non sorgevano - come ci si potrebbe aspettare - edifici pubblici legati alla gestione politico-amministrativa o religiosa del sito, ma, piuttosto, strutture architettoniche tipiche di un orizzonte insediativo di villaggio. Abitazioni collegate a corti attrezzate con installazioni per l'immagazzinamento dei cereali (silos e grandi giare), la loro trasformazione (macine, mortai, pestelli) e lo stoccaggio definitivo dei cereali o delle farine (granai), fornaci per la produzione di ceramica e un cimitero gettano luce sulla vita di un villaggio di agricoltori che da tempo, ormai, aveva cessato di essere una fiorente città e la capitale di una delle potenze regionali che governavano i destini politici ed economici della Siria intera. I livelli insediativi dell'età del Ferro coprono una fase di occupazione del sito che risale al Medio Bronzo II (XVIII-XVII sec. a.C.), l'epoca nella quale Qatna raggiunse il suo massimo splendore. A questo periodo data uno dei ritrovamenti più straordinari fatti nel corso della campagna: il piano di calpestio di una strada in terra battuta sulla cui superficie resa fangosa dalla pioggia rimasero impresse dozzine di impronte di sandali lasciate dagli antichi abitanti. Scorci di vita altrettanto vividi vengono da un complesso architettonico, composto da un insieme di dieci ambienti, ubicato nella parte settentrionale dell'acropoli (Cantiere E) e databile attorno al X sec. a.C. L'edificio era costituito da ampi ambienti con funzione abitativa e da piccole stanze nelle quali si svolgevano lavori caratteristici delle attività domestiche, come la preparazione e la conservazione del cibo, ma anche la produzione e la tessitura di filati. Ma queste funzioni principali non erano le uniche a essere svolte nel complesso. Il rinvenimento di varie perle di pietra dura, come la corniola, di castoni in fritta ad imitazione delle pietre bicrome come l'agata, di frammenti di metallo e di un crogiolo usato per fondere il bronzo fanno ritenere che in questo edificio si trovasse anche la bottega di un gioielliere. Forse un piccolo disco di cristallo di rocca, portato alla luce nel Cantiere D e utilizzato sicuramente come lente d'ingrandimento, poteva appartenere allo strumentario di un gioielliere simile a quello rinvenuto in questo edificio. La lente di Qatna è la più antica lente d'ingrandimento finora conosciuta. Se i resti di edifici abitativi e ad uso domestico o produttivo del I millennio a.C. rinvenuti nei Cantieri D ed E rimandano ad una dimensione rurale e privata della vita, le strutture monumentali del II millennio a.C. investigate nel Cantiere F ci proiettano invece in un più antico orizzonte urbano a carattere pubblico. Qui, le operazioni di scavo hanno permesso di riportare alla luce alcun settori del palazzo reale appartenuto probabilmente al re Akizzi, che, nell'età di Amarna (metà del XIV sec. a.C.), intratteneva una stretta corrispondenza diplomatica con il faraone eretico Amenofis IV-Akhenaton. Fra questi, particolarmente monumentali sono la sala del trono con il suo imponente sistema di fondamenta, il tempio della dea Ashera, un magazzino contenente giare e parte di una grande sala cerimoniale che precedeva la sala del trono. Al di sotto della pavimentazione della fabbrica palatina dell'età del Tardo Bronzo è stato individuato un esteso piano pavimentale più antico databile al Medio Bronzo, appartenente verosimilmente ad un complesso palaziale contemporaneo all'età di Mari (XIX-XVIII sec. a.C.). È forse questo il palazzo da cui il primo re di Qatna a noi noto, Ishkhi Adad, scriveva al re d'Assiria, Samshi Adad, preoccupato per la sorte della figlia, la principessa Beltum, data in sposa a Yasmakh Adad, figlio del potente sovrano assiro e re di Mari. La fabbrica palatina del Medio Bronzo, a sua volta, venne costruita su di un precedente edificio del 2400-2300 a.C., identificato per ora solo in un sondaggio di limitate dimensioni. A quest'epoca più antica risale il pavimento di un edificio sul quale si accumulò uno spesso livello di distruzione causato da un incendio. I materiali ceramici rinvenuti indicano che l'edificio era contemporaneo al celebre palazzo reale di Ebla, distrutto da Sargon d'Akkad nella seconda metà del XXIV sec. a.C. Era forse questo il palazzo dei signori di Qatna durante il periodo dell'egemonia di Ebla sulla Siria centro-settentrionale? La storia di Qatna in quest'epoca è ancora poco conosciuta anche se, benché non esistano fonti scritte certe a riguardo, evidenze archeologiche relative a questo periodo erano già state rinvenute in passato. È certamente ancora prematuro formulare ipotesi, ma la continuazione degli scavi condotti dalle Università di Udine e Tubinga e dalla Direzione Generale delle Antichità di Siria negli anni a venire fornirà sicuramente nuove importanti informazioni anche sulla più antica storia di Qatna e del suo territorio.
|
|||||||
Mappa del sito |
|
|||||||