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Il Libro dei Lettori
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<silvy@SPAM?NO!qzer.com> Neweven (36), La bruttina stagionata fu un libro bello, l'ultimo con l'africano che diventa cultore di tasti informatici é poco credibile. Se le piacciono i rapporti interetnici é un conto, cercare di dare spessore culturale a queste storie non é educato. Le invio i migliori saluti. Hiro Protagonist <eheh@SPAM?NO!neal.org> da qualche parte nel Metaverso (), Intervengo in questo Libro dei Lettori per dire alcune cose al lettore qui sotto. 1: Ehi, Vigo, non c'è bisogno di urlare, saresti stato più interessante se avessi fatto una critica articolata, che poi lo vedi che a usare tutte maiuscole ti si scombina pure l'ortografia?; 2: il bello della letteratura è che non a tutti devono piacere per forza gli stessi libri, e meno male! staremmo freschi se non potessimo avere gusti diversi almeno al momento di leggere. 256: i soldi spesi per un libro non sono mai soldi buttati. Se compri un libro, lo leggi e decidi che non ti piace, dovresti regalarlo a qualcun altro, perché a qualcun altro potrebbe piacere: per esempio, potrebbe piacere a me, che non definisco "marocchino" un personaggio nato e cresciuto a Tunisi. Questo tuo errore mi fa girare parecchio le scatole perché non è un semplice lapsus di attribuzione geografica. Non è come scambiare un fiorentino per un pisano, ok? è piuttosto come se un milanese definisse terroni i fiorentini, i pisani e i senesi in blocco. E poi c'è qualcuno che parla di caduta di stile... Antonio vigo <antovigo@SPAM?NO!tin.it> Pisa (56), LA BRUTTINA STAGIONATA E' STATO UN BEL LIBRO DA LEGGERE IL MAROCCHONO INFORMATICO, INVECE E' STATO UN LIBRACCIO, UNA CADUTA DI STILE, FORSE LA FINE DELLA ISPIRAZIONE.ED HO GETTATO VENTOTTOMILALIRE. DOUGLAS COUPLAND CON I MICROSERVI E' STAO PIU' BRAVO. L'equiseto folle <lavati@SPAM?NO!capelliunti.com> Shampootown (troppi!), Un commento alla polemica... shampi, shampetti e lozioni Shampi, lozioni trattamento anti-caduta, ultrarinvigorente e rafforzante del cuoio capelluto, stimolante la secrezione delle ghiandole sebacee anche a 100 metri sotto il livello del mare, water proof, trattamento termoattivo... insomma, volete diventare Claudia Shiffer o almeno imitarne le chiome dorate da valchiria? Compratevi una parrucca...costa meno nel lungo periodo e, secondo le aspettative dei designers creativi annoiati, presto nuovo articolo da toiletta del 2000 (un cesso di articolo? Boh!). Oppure guardate quello che e' in grado di fare Ru Paul ... rendendo invidiose anche le modelle piu' quotate. Ma tutto questo e' normale, socialmente accettabile per chi ha obbligato la cul-tura ad una posizione permanente di 90 gradi, garantendone la disponibilita' a sodomie 24 ore su 24, chiesa compresa. Ma non e' ammesso, nel bordello della "alta cultura dei maestri" un tipo di "prostituzione" quale quella (da strada, piu' vicina alla gente) a cui si sottopone chi puo' veramente permetterselo. Carmen e Aldo non sono proprio la Venere di Milo o il David ( Carmen si conserva molto meglio ed intatta, senza restauri, mentre Aldo e' molto piu' sessualmente appealing del David!)... e non sono i Nick e Nock di nonna Abelarda, ne' tantomeno gemelli siamesi! Piantiamola con questi "accoppiamenti letterari" da brivido. Sono 2 scrittori molto diversi tra loro ( per favore, prima di dar aria alle corde vocali, leggeteli!) e certamente intelligenti perche' non cercano cameratismi o "attribuzioni ad altre paternita", orgogliosi della propria autoclonazione. Tornando alla polemica delle etichette, le mie conclusioni sono le seguenti: 1) che alla giornalista dal nome che ostenta una nobilta' "leghista", e' stato richiesto di "riempire" un semplice angolo del giornale con qualcosa, qualsiasi cosa... (questo e' il giornalismo moderno). E lei, che di voglia di fare una ricerca accurata non ne aveva neanche tanta, si e' lanciata con facili "associazioni": Wella...ok... Carmen (chi e' questa? Ah, la bruttina...si', la figlia di Busi, quello delle borsette) e scrive...etichette. Fatto!!! Tanto non lo legge nessuno... Questo denota lo stile dei giornalisti "d'assalto", quelli senza idee ma pronti a vantarsi di aver pubblicato tali orrori. 2) che le etichette non hanno nulla di speciale, Carmen avra' dovuto seguire delle note dove erano riportati i nomi dei componenti e cosi' via. I suoi fini come persona e scrittrice erano ben al di la' di farsi pubblicita' tramite cosmetici... infatti, non solo sa, come tutti, che quando sei un un bagno e non hai da leggere ti accontenti anche delle etichette dei prodotti vari... ma forse la sua creativita' l'ha portata a pensare ad una trama (o forse te la sto suggerendo io): lo scrittore di etichette che diventa famosissimo perche' un editore lo scopre nell'intimita' del proprio bagno, sui vari flaconi e bottigliette... E non e' forse questo il migliore esercizio per poter scrivere? Osservare con un occhio diverso la realta', scontata, che ci circonda? 3) che alla fin fine, a nessuno importa assolutamente niente di questa storia. Chi vuole lavarsi i capelli si compra il prodotto che piu' gli piace, indipendentemente da chi scrive le etichette. La Wella ha ben speso dei soldi che sono andati in beneficenza o comunque a fin di bene (l'unico esito che hai miei occhi rende positiva la scelta della Wella). Carmen ha i suoi lavori e romanzi da portare avanti, Aldo cominciera' ad usare un altro shampoo, forse la giornalista cominciera' a darsi piu' da fare se vuole avere un futuro. Leggete Carmen Covito, please! Fatevi lo shampoo dopo... funziona meglio! Laura Biagiotti <la_laura@SPAM?NO!yahoo.com> Milano (hehe), Cara Carmen, Questo è uno dei siti che mi fanno chiedere perchè, in un momento della mia vita che non localizzo, io abbia deciso di snobbare gli autori italiani. E' chiaramente l'homepage di qualcuno che ha qualcosa da dire, dovrebbero essercene di piu' cosi' . Chissà magari finito l'ultimo minore di Jane Austen potrei anche contravvenire alla mia regola. BRAVA! (by la Vera Donna di Marketing travestita da consumatore potenziale) Caro Webmaster, Ma quanto ti piace il Java? A parte questo, è il sito di questo genere piu' carino che abbia visitato. (by la WebMamma all'antica...notepad e poi piu'!) p.s. Ah! io non faccio vestiti! lbo <lbo@SPAM?NO!iol.it> varie (34), etica... etichetta! ah ah... capito? etichetta... etica uh uh! etica... ma non del tutto, etichetta! ah ah! carina... non ci avevo pensato!... etichette... etiche... ah ah ah... un etto di etiche... Michele Giordano <meche@SPAM?NO!tin.it> Roma (32), Pronto cassa Me con il peso del resto. Classe V propedeutico magistrali Cremona <> Cremona (Varia), Il libro è stato letto da alcune ragazze. E' stato commentato in un articolo contenuto in http://www.rccr.cremona.it/rete/ccd/ in fase di allestimento Massimiliano Sanna <massjsanh@SPAM?NO!iol.it> Internet (26), Cara Carmen, dopo alcuni mesi di vita del *nostro* (tuo -autrice-, mio -webmaster-, loro -navigatori- = nostro) sito, "non alienum esse videtur" spendere due parole su questa esperienza. L'idea, molto chiara fin dall'inizio, era di fare un sito Internet, non un semplice specchietto del tuo ultimo libro. A noi (tutti quelli sopra) interessa comunicare nella specificità del mezzo utilizzato attraverso forme e contenuti declinati nel senso della Rete. Personalmente, pur se provo un certo "sdegno strategico" nel vedere certi siti, non voglio annoverarmi fra gli intellettualoidi che vorrebbero recintare Internet e farne finalmente la sede della enciclopedia volterriana, né tra gli intellettualastri per cui Internet è quella che venduta da certi telegiornali: un crogiuolo immorale di pedofili e truffatori. Penso invece da "internettuale", un po' come la figura gramsciana dell'intellettuale organico: Internet va inevitabilmente verso una fruizione di massa del tutto analoga a quella della televisione. La differenza rispetto a questa è che Internet non è solo fruizione ma anche partecipazione e individualizzazione estrema. Per noi che non solo usiamo ma anche facciamo Internet, è una occasione irripetibile per intraprendere un discorso di alfabetizzazione di massa con delle possibilità di risposta che la precedente alfabetizzazione del nostro secolo, quella della televisione (su cui appunto anche tu qui hai scritto) non dava assolutamente. Non c'è insomma bisogno di un Enrico Ghezzi della rete che blobbando vicaria per il pubblico la ricontestualizzazione del materiale grezzo del media in questione. Mettiamoci piuttosto in un'ottica gadameriana di gioco e di esperienza linguistica della realtà, e allora ci accorgeremo che l'antenato di Internet non è la televisione (come la tecnologia push vuol farci credere), ma è il teatro e la piazza pubblica, e al limite Internet è una ricalibrazione della società barocca che al meglio li ha incarnati. Credo che l'osservazione nel tuo articolo del 19 marzo 1998 sul Corriere della Sera, circa la convergenza della cultura scientifica e della cultura umanistica nelle competenze necessarie per operare su Internet sia un'acuta intuizione, oltre che una fondamentale indicazione di metodo: la proprietà dei mezzi di espressione, per la prima volta nella storia, non è né privata né pubblica, ma individuale e individualizzante. Penso a Michel de Certeau che descrive l'atto del consumo (non solo mediale) come un "fare creativo" che invadendo lo spazio della cultura ufficiale, ne sradica i significati imposti e lo ricontestualizza attraverso letture aberranti. L'internettuale implementa questa tattica, si insinua ovunque, è nascosto, deviante, e disperso, allergico a qualsiasi strategia di lettura predefinita della rete. E allora: benvenuti in questo ambiente! Ma quale ambiente? Il mio, il tuo, il vostro, il *nostro* Il tuo WebMaster Luciano Somma <somma@SPAM?NO!netlab.it> Napoli (58), Complimenti vivissimi per tutto.Io scrivo versi ma la prosa mi ha sempre affascinato.Ti leggero'.Ciao. |
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