> Forse la verità sta come sempre nel mezzo.
Certamente il piacere che ti dà, lo scorrere delle pagine di un libro è unico.
E' meraviglioso poi, sfogliare un libro antico, e ad ogni pagina che sfogli, sentire il profumo della carta ingiallita.
Ma forse, un libro "elettronico" non è poi così antipatico come sembra.
Infondo è pur sempre un libro, solo l'abito è diverso e bisogna imparare a vederlo nel modo giusto.
Ricordi i tomi antichi, quelli ricopiati dai frati certosini, quando si scriveva solo nella lingua nobile?
Pensare di stampare un libro e per di più in "volgare" deve essere stato un trauma, eppure oggi, stiamo qui a piangere sui computer per la possibile morte del caro vecchio libro.
Non possiamo fermare il progresso, ma possiamo imparare a conoscerlo, per essere poi noi a domarlo.
Anche se, l'emozione che mi ha dato ieri, girare per il salone del libro, tra migliaia di volumi, è sicuramente non paragonbile a quello che provo navigando in internet.
Ciao da Stefania
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> Povero vecchio libro, vogliono ammazzarti!
> Chi ti vuole tanto male? E'presto detto: i ?compiuteriosi?. Chi sono? Quelli che credono di poter risolvere tutti i problemi col calcolatore, anche quello della loro stupidita', che è un problema insolubile.
> Povero vecchio amico. Chi ci dara'la gioia di andare in libreria, in quell?austero negozio dall?atmosfera ovattata, e sfogliare te ed i tuoi amici, leggere qualche pagina (non solo la prima) e infine sceglierti?
> Ti portavo a casa come una creaturina appena nata. Non ti leggevo subito: dovevo prima gustare un po? la tua compagnia. Dovevo riservarti il momento migliore della giornata. Poi, seduto nella più comoda poltrona del modesto arredamento, ti aprivo e cominciavo a leggere, accarezzando le pagine come si fa con le gote dell?innamorata. Le carezzano ancora, le gote all?innamorata, o le carezze d?oggi sono solo quelle più sostanziose, tu mi capisci? E io chi potro'accarezzare? Una stupida macchinetta, rigida e frigida, che non si scompone, non vibra tra le mani e, magari, ti manda un messaggio di ?errore? per ricordarti che tu sei un umano cretino mentre lei, con i suoi circuiti super-sofisticati, non sbaglia.
> Sto meditando una vendetta. Acquistero'uno di quei diabolici marchingegni, radunero'tutti i miei libri e li disporro'in circolo. Al centro di esso posero'l?ottuso congegno, e, sghignazzando e ululando, come i pennuti indiani delle lontane Americhe, lo schiaccero', fino a fargli sputare l?ultimo transistor.
> Ti avro'vendicato, dolce compagno. Ma non servira'a niente. Sei destinato a soccombere, travolto da quello che chiamano progresso e che progresso non e'.
> Soccomberemo insieme: te lo prometto.
> Antonio
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