Povero vecchio libro, vogliono ammazzarti!
Chi ti vuole tanto male? E'presto detto: i “compiuteriosi”. Chi sono? Quelli che credono di poter risolvere tutti i problemi col calcolatore, anche quello della loro stupidita', che è un problema insolubile.
Povero vecchio amico. Chi ci dara'la gioia di andare in libreria, in quell’austero negozio dall’atmosfera ovattata, e sfogliare te ed i tuoi amici, leggere qualche pagina (non solo la prima) e infine sceglierti?
Ti portavo a casa come una creaturina appena nata. Non ti leggevo subito: dovevo prima gustare un po’ la tua compagnia. Dovevo riservarti il momento migliore della giornata. Poi, seduto nella più comoda poltrona del modesto arredamento, ti aprivo e cominciavo a leggere, accarezzando le pagine come si fa con le gote dell’innamorata. Le carezzano ancora, le gote all’innamorata, o le carezze d’oggi sono solo quelle più sostanziose, tu mi capisci? E io chi potro'accarezzare? Una stupida macchinetta, rigida e frigida, che non si scompone, non vibra tra le mani e, magari, ti manda un messaggio di “errore” per ricordarti che tu sei un umano cretino mentre lei, con i suoi circuiti super-sofisticati, non sbaglia.
Sto meditando una vendetta. Acquistero'uno di quei diabolici marchingegni, radunero'tutti i miei libri e li disporro'in circolo. Al centro di esso posero'l’ottuso congegno, e, sghignazzando e ululando, come i pennuti indiani delle lontane Americhe, lo schiaccero', fino a fargli sputare l’ultimo transistor.
Ti avro'vendicato, dolce compagno. Ma non servira'a niente. Sei destinato a soccombere, travolto da quello che chiamano progresso e che progresso non e'.
Soccomberemo insieme: te lo prometto.
Antonio
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