EDITORI CIECHI
Cara Carmen,
credo che abbia preso il via una battaglia decisiva per il futuro delle nuove forme di editoria on-line e per l affermazione di una reale libertà di circuitazione , a livello planetario, dei contenuti culturali: certo, ridiscutendo nuove regole e nuove modalità di tutela del creatore dell opera dell ingegno, ma non dimostrandosi ciechi rispetto alla rivoluzione in atto, come stanno - mi sembra - dimostrandosi i nostri massimi editori .
Non è un caso, credo, che l'offensiva preannunciata con il lancio dei primi e-book Mondadori e con utilizzo del sofware "blindato" Microsoft Readers - sia partita da quando alcuni di noi "piccoli" hanno cominciato a sperimentare le nuove forme di editoria on line ( vedi anche un paio di servizi su Alice.it e un numero speciale di Palazzo Sanvitale a cura di Guido Conti che ti consiglio di rileggere) proprio a partire dalla denuncia delle "irrazionalità" produttive e distributivve imposte dai grandi gruppi e che avevano prodotto fra l'altro il fenomeno mostruoso del libro mass-market. Un anno fa Mondadori non aveva neppure un sito internet, non sapeva neppure cosa fosse la stampa digitale e tanto meno cosa significasse Print on Demand !
Personalmente, da quasi 4 anni, in stretta collaborazione con il Consiglio d'Europa per conto del quale ho partecipato a numerosi seminari su scala europea (vedi le relazioni su http://www.guaraldi.it/on-demand/Default.htm), ho rinunciato a stare nel tradizionale circuito di distribuzione cartace, avviando un "Laboratorio per la nuova economia del libro" che ha poi portato all'integrazione della Guaraldi nel Gruppo Logos, dando vita al Progetto wordtheque:http://www.wordtheque.com/perche.html. (vedi anche la scheda in coda)
La utile "sperimentazione" di Carmen Covito, nel farsi da sola il "suo" e-text (preferisco chiamarlo così piuttosto che "e-book", che sarebbe poi l'hardware), scopre dunque ciò che forse non aveva creduto quando leggeva, 3 anni prima, le "mie" personali sperimentazioni di editore: che, cioè, la vecchia e irrazionale maniera di produrre il libro cartaceo assorbiva inutilmente oltre il 75% dei costi, che la formula del "print n demand" avrebbe rappresentato la più razionale forma di produzione e distribuzione dei libri a partire dalla preliminare messa on line dei soli testi digitalizzati stampando poi, eventualmente, da "remoto" in qualsiasi angolo del pianeta dove esiste una stampante digitale; e che la vendita del solo file digitale avrebbe consentito non solo l'abbattimento di oltre il 50% del famigerato e iniquo prezzo fisso di copertina ma soprattutto un'equa divisione al 50% del beneficio fra editore e editore. (Noi, poi, siamo andati oltre: in ossequio all'evidenza che ancora di copie digitali se ne vendono poche e non solo per via sia della scarsa fiducia che ancora la gente nutre nei confronti delle tranzazioni di e-commerce con carta di credito, abbiamo offerto agli editori e agli autori che intendessero autoprodursi online il 100% della transazione). Questo "modello" presuppone un criterio fondamentale: che l'editoria si limiti alla creazione dei contenuti immateriali (i files digitali) vendendoli con massima tutela del diritto d'autore; e che la stampa sia una fase successiva, con costi ovviamente aggiuntivi , sia che venga effettuata "privatamente" con la propria stampante, sia che utilizzi stampanti digitali professionali nelle librerie, nelle biblioteche o in copisteria, ma che sia possibile e realizzabile in qualsiasi parte del pianeta. Carmen stessa, infatti, non manca di sottolineare che la copia cartacea è "fondamentale" sia per la lettura di piacere che per lo studio (testi universitari, scentifici ecc.).
Fin qui, dunque, tutti d'accordo. Ma chissà perchè Carmen decide di fare la sua sperimentazione proprio utilizzando il recentissimo Readers della Microsoft invece che il PDF di Adobe. E le sue "ragioni" sono così esplicitate: Rispetto al vecchio formato Pdf, il formato Microsoft Reader offre senz'altro una migliore leggibilità sullo schermo e una serie di opzioni utili (si possono ingrandire i caratteri, mettere segnalibri, copiare brani, fare annotazioni). In compenso, questo formato richiede una piattaforma software specifica, cosa che per il momento non lo rende l'ideale della portabilità.
Carmen è troppo brava ed esperta per non rendersi conto che questo software ha in realtà un'altra caratteristica: non consente la stampa su carta e neppure il trasferimento del file ad altri destinatari. E' cioè un software "blindato" che risponde alla preoccupazione somma dei editori di evitare ogni forma di possibile "pirateria" e di diffusione non controllata dei propri testi, come invece è possibile con un normale PDF ( salvo gli ultimi costosissimi aggiornamenti). E soprattutto permette agli editori di continuare a stampare i libri cartacei secondo le modalità tipiche di quel circuito commerciale. Dunque i files in Readers possono solo essere letti a video, e per questo se ne vanta tanto la tecnologia di perfetta leggibilità dei caratteri.
Ora, non solo la cosa non mi cnvince perchè sarebbe come "vietare" a me che ho regolarmente comperato un bel libro di "prestarlo" a un amico( non a caso gli editori francesi hasso avuto la spudoratezza di sostenere che persino il "prestito" bibliotecario è "illegittimo" perchè sottrae diritti d'autore! ). Ma soprattutto è evidente che quì siamo di fronte a una strategia che tenta di imporre a livello multinazionale il "controllo verticale" di un nuovo potenziale segmento di mercato editoriale, senza minimamente affrontare le irrazionalità del vecchio, solo per mantenere una situazione di controllo verticale del settore. Scrive infatti Giuseppe Vitiello, responsabile per le nuove tecnologia presso il Consiglio d'Europa: " Authors and publishers should adopt open models of electronic copyright management system in order to avoid the vertical concentration of publishers willing to impose proprietary copyright management system". Più chiaro di così si muore.Per di più critto da una figura istituzionale che lavora per creare un sistema integrato di editoria europea, superando i ghetti linguistici e commerciali dove pochissimi colossi spadroneggiano con il rischio di una vera e proporia attività culturicida (come già era avvenuto con il mass market cartaceo).
Questo mi sembra il vero nodo del dibattito, e su questo gradirei conoscere il parere di Carmen e degli altri partecipanti al Forum.
Grazie per la pazienza e buon lavoro a tutti.
Mario Guaraldi
P.S. Wordthequre: Libreria-biblioteca senza scaffali
“Un libro è la sua diffusione”, scriveva provocatoriamente Robert Escarpit negli anni ’70: mai come oggi questa definizione risulta vera.
Le nuove tecnologie informatiche stanno cambiando radicalmente il modo di diffondere le informazioni e le conoscenze, che possono ormai essere trasferite in modo rapido ed economico e messe a disposizione di chiunque, a livello planetario, grazie a Internet
Il valore di un libro è dato dalle informazioni che contiene - e che possono essere fruite ovunque, senza mediazioni commerciali - non più dal suo supporto merceologico. La sostanza del libro sono le idee che contiene.
E in realtà, le innovazioni tecnologiche consentono oggi di superare i limiti della disseminazione culturale derivanti dal fatto di disporre dei libri solamente in edizione cartacea. Una volta digitalizzato, nella sua forma elettronica, un libro può divenire accessibile da parte di un pubblico potenzialmente infinito in modo estremamente economico e il più delle volte gratuito.
Questo porta a una vera e propria rivoluzione nell’organizzazione e nell’esistenza stessa delle biblioteche così come sono concepite oggi, poiché non sarà più necessario disporre dei libri in edizione cartacea.
La biblioteca del futuro sarà una biblioteca senza più scaffali, senza orari né moduli da compilare, senza polvere né tarli, senza restituzione e senza attese. Sarà uno spazio “virtuale” che raccoglierà libri di ogni genere, lingua e autore, consultabili da chiunque, sempre e ovunque. Le lingue minori non saranno più penalizzate e il ruolo del bibliotecario si riqualificherà culturalmente e tecnologicamente a misura delle nuove modalità di fruizione del suo “patrimonio” immateriale.
Anche dai luoghi più sperduti, semplicemente con un computer collegato a Internet, sarà possibile avere accesso alle più diverse opere della letteratura mondiale o di divulgazione scientifica, o a qualunque altro tipo di testo messo a disposizione dalle biblioteche digitali. Lo stesso libro in versione elettronica potrà essere consultato da più persone nello stesso istante; si potranno leggere libri rari o antichi, senza timore di rovinarli, e testi nelle lingue più diverse e minoritarie, difficilmente reperibili in un determinato paese.
Pensiamo a quante biblioteche piccole e grandi ci sono in ogni città, e agli enormi costi collegati alla loro gestione (costo dei locali, del personale, di acquisto dei libri cartacei, ecc.). Se ogni nazione investisse una minima parte delle stesse risorse per la creazione di un’unica biblioteca virtuale sarebbe possibile aumentare in modo esponenziale il numero dei testi disponibili e renderli accessibili a tutti, nelle grandi città come nei piccoli centri, in tutte le scuole, nelle zone ricche e in quelle più povere del mondo.
Da oltre sei anni il Gruppo Logos lavora per dare concretezza a questo modello di “biblioteca senza scaffali”, attraverso la creazione e lo sviluppo di Wordtheque, una biblioteca virtuale che ad oggi raccoglie quasi 20.000 testi di tutti i generi in 113 lingue, gratuitamente a disposizione della comunità internazionale dal portale www.wordtheque.com.
Tutti i suoi libri sono “sfogliabili” a video, ed è possibile ottenere informazioni bio-bibliografiche sull’autore e l’indicazione di link utili, scaricarne gratuitamente il file oppure, per i libri coperti da diritto d’autore, acquistarli a un costo di gran lunga inferiore a quello dell’omologo cartaceo, ammesso che esista o che si trovi ancora in commercio.
E’un enorme patrimonio di conoscenza che cresce e si arricchisce ogni giorno, anche attraverso il contributo di autori, di traduttori, di editori e di bibliotecari che utilizzano questa straordinaria opportunità distributiva (basata su un potente data-base che consente la ricerca anche per singola parola e la contestualizzazione dei termini del vocabolario multilingue della Logos) per migliorare la diffusione delle informazioni da essi realizzate, distribuite e raccolte.
Da segnalare soprattutto, in questa prospettiva, il “Borsino del traduttore” che apre prospettive inedite di circolazione delle opere letterarie di lingue minori altrimenti penalizzate dalle pure logiche commercili dei rispettivi mercati editoriali. E il cosiddetto “Progetto Lazzaro” che consente agli autori di far rinascere in forma digitale i loro testi posti “fuori catalogo” dai rispettivi editori.
Ma il panorama futuribile non si esaurisce qui: già oggi una Piccola Biblioteca di Libri per ragazzi consente lo scarico audio in MP3 di fiabe raccontate, ed è in dirittura d’arrivo la prima Fonoteca Internazionale di Poesia Contemporanea con con i testi poetici recitati direttamente dagli Autori.
Mario Guaraldi
Via Covignano 302
47900 Rimini, Italy
mario@guaraldi.it
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