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In una camera dello storico Hotel
Baron di Aleppo, ecco venirle subito sottomano una lettera, non
molto antica però misteriosa, scritta e lasciata lì da una viaggiatrice
inglese dei primi del Novecento. Parla d'amore e soldi e di spionaggio,
è romantica, non serve a nessuno, e infatti dopo averla intascata
anche Cettina per un po' la dimentica, distratta dalle complicazioni
del lavoro sul campo. Perché tutti gli archeologi parmigiani ce
l'hanno con la giovane Inanna, che avrà anche un nome da dea ma
sembra tanto dolce e servizievole? E chi sarà la talpa traditrice
che passa informazioni a una missione archeologica rivale?
Il professor Cavalli-Donati e la ricercatrice
Viviana Gentilomo faticano a tenere sotto controllo i propri malumori.
Ci vorrebbe un ritrovamento grosso, qualcosa di speciale e di
sensazionale, che renda Tell Mabruk un sito unico al mondo e lo
salvi dalle acque della diga... Nel frattempo Cettina sta scoprendo
una grande attrazione per Ahmad, bellissimo e brunissimo condirettore
siriano degli scavi: lei cederebbe molto volentieri ai suoi sguardi
infuocati, ma come fare, se i ricordi del divorzio le scottano
già tanto? Anche l'amore, come la dimensione storica della vita,
oggi rischia di essere un oggetto perduto che va disseppellito
prima che si dissolva definitivamente.
Tra feroci ironie e brillanti invenzioni
che imprimono alla trama le svolte più impreviste, questo romanzo
di scrittura leggera e godibile intreccia in modo sorprendente
la scientificità dei metodi archeologici e le mitologie del sogno
avventuroso, la commedia e l'indagine, il bisogno moderno di trovare
radici nel passato e la beffarda consapevolezza che ogni rispecchiamento
non può essere ormai che un'allucinazione o un equivoco.
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