Affidato alla regia di una specialista in ritratti femminili quale è
Franca Valeri, La bruttina stagionata, il fortunato romanzo di Carmen
Covito, diventa spettacolo e approda al Teatro Franco Parenti dopo una
calorosa accoglienza al Festival di Asti. Interpretata da un'irresistibile
Gabriella Franchini, Marilina, nata e cresciuta al Gratosoglio, dotata
di scarsa avvenenza ma di molta autoironia, racconta del suo destino
"tanto prevedibile che è diventato vero", ma che lei stessa rovescerà,
con spregiudicato candore, in un trionfo erotico. E così, in una torrida
estate milanese, questa scrittrice di tesi di laurea a pagamento intraprende
la sua meticolosa scalata verso le meraviglie del sesso, passando dall'abituale
frequentazione di biblioteche a quella sporadica di festini e porno
shop. Dal confronto con il multiforme universo nel quale si imbatte,
Marilina uscirà vincente per sarcasmo e consapevolezza e, da vera seduttrice,
seminando vittime fra brianzoli rampanti e amanti spiantati, troverà
finalmente il coraggio di accettare, insieme al suo aspetto, anche i
suoi grovigli interiori.
Carmen Covito col suo libro La bruttina stagionata ha
venduto più di 100.000 copie e questo titolo è ormai entrato a far parte
del linguaggio quotidiano. Ha vinto il premio Bancarella, ma soprattutto
ha fatto vincere a migliaia di donne e uomini la paura di non essere
all'altezza della vita. La possibilità di modificare la realtà partendo
dai propri difetti è una formula, che sovverte la storia femminile e
quella di Marilina, la protagonista, in particolare. Il cumulo di cellulite
e di grovigli inferiori si scioglie di fronte alla consapevolezza delle
proprie potenzialità femminili e Marilina, con spregiudicato candore,
rovescia un'esperienza di solitudine per scarsa avvenenza in un trionfo
erotico in cui la seduzione non c'entra più con la bellezza. Marilina
non cambia i propri connotati ma elabora la sua interiorità: il suo
corpo diventa magicamente fonte di piacere per lei e per gli altri e
lei percorre questa strada con l'attenzione e l'ironia di chi trasforma
un miraggio in realtà. Il succedersi degli avvenimenti nel romanzo diventa
riflessione nel testo teatrale e a questo atteggiamento psicologico
da corpo sulla scena Gabriella Franchini, un'attrice di formazione classica
abituata per metodo e per necessità all'autoironia, che ha alle spalle
una nutrita esperienza di comicità femminile del gruppo Sorelle Sister.
La regia è affidata a Franca Valeri, maestra incontrastata dell'intelligenza
umoristica e osservatrice inquietante della multiforme realtà femminile.
Il suo inedito punto di vista continua a svelarci meccanismi di potere
da subire o da usare.
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